venerdì 28 settembre 2007

Maxence Fermine, La Trilogia del Colore

Tre piccoli libri, tre colori, tre storie senza tempo.
O forse ognuna di esse ha il tempo, il luogo che ognuno di noi vuole attribuirgli.
Tre poesie, tre sogni, tre vicende ricche di speranze a simboleggiare la metafora della vita.
Uno stimolo per continuare (o ricominciare) a credere nei sogni.


"La tua opera, Johannes... prima di scriverla dovresti viverla.'
"E vero," disse Johannes. "Non ci avevo mai pensato. Non avevo nemmeno pensato che vivere potesse essere utile."
"Eppure io so come rendere interessante la tua vita."
"Ah sì? E come?"
"Andando a cercare la parte di sogno che ti spetta di diritto."
"E dov'è, questa parte di sogno?"
"Un po' dovunque nel mondo. Ma soprattutto dentro di te!"
In una Venezia settecentesca, silenziosa ma al tempo stesso satura di voci, di echi che sorgono dalle profondità della coscienza e dei desideri che vi si annidano come incancellabili fantasmi, questo nuovo, piccolo grande romanzo di Maxence Fermine si presenta come un inno alla voce della Donna, quella voce che può incantare e bruciare la vita di un uomo e fargli capire, nel momento del rischio estremo, che amore, femminilità e musica sono una sola cosa, che ha nome Assoluto.

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