venerdì 21 settembre 2007

Through its eyes


E' venerdì, sono le 17,33 e io sono stanca stanca stanca.
La voglia sotto le scarpe, la testa un pallone aerostatico e i pensieri completamente da un' altra parte.
Quasi quasi mi viene voglia di andare a casa.
Quasi quasi mi viene voglia di mettermi sotto le coperte e staccare il cervello.
Quasi quasi vorrei essere un gatto.
Non pensa a niente, il gatto.
Mangia e dorme, il gatto.
L'unico problema che ha è stare attento a non finire sotto una macchina...Se poi ha pure una casa, il problema non sussiste.
Il gatto non si sofferma a ragionare sulle cose, il gatto osserva.
Osserva il mondo, la vita che lo circonda e che lo coinvolge solo passivamente.
E' indifferente chi lo accarezza: basta che ci sia una mano a scompigliargli il pelo.
Ecco, io vorrei essere un gatto solo per lasciarmi coccolare ogni volta che faccio capolino dalla finestra; fare le fusa, strusciarmi un pò e poi riprendere il mio viaggio senza pensare troppo a chi ho appena lasciato.
Senza dover dipendere fisicamente, emotivamente e mentalmente da chi resta.

1 commento:

Unknown ha detto...

Tesoro... lo sai, puoi fare capolino dalla mia finestra ogni volta che hai bisogno di coccole. Io ci sono, un po' sconnessa, ma ci sono. Anche se ogni tanto sembro un po' più assente del solito, io ci sono.
Sempre.
Baci, la tua little.
(che fa le fusa, e anche le bollicine all'occorrenza)