venerdì 28 settembre 2007

In equilibrio sul mondo


"...perché bisogna vivere come funamboli, lanciandosi in sogni e salti ed acrobazie, senza aver mai paura di cadere oltre quel filo che ci sorregge e che è la nostra vita..."


Anche io un giorno imparerò a vivere così.
Imparerò a seguire gli istinti, il cuore, senza che le barriere che la mia mente si è creata in quasi 22 anni di vita, ostacolino in qualche modo le mie decisioni.
Imparerò a mirare in alto, liberandomi poco a poco dal cuscino che mi tengo costantemente incollato dietro per attutire gli urti.
Se i rischi esistono forse c'è un motivo, forse vale la pena correrli qualche volta.
Imparerò a non sentirmi più così terribilmente piccola in confronto a tutto il resto.
Capirò qual'è il mio vero posto nel mondo e lo spazio che in esso occupo.
Forse un giorno imparerò a uscire dal guscio, a credere in me, in ciò che so fare.
Un giorno...
Oggi però voglio tornare a casa e accoccolarmi tra le braccia della mia fonte di sicurezza e lasciarmi cullare dalle sue parole, che mi ammaliano e mi proteggono.

Maxence Fermine, La Trilogia del Colore

Tre piccoli libri, tre colori, tre storie senza tempo.
O forse ognuna di esse ha il tempo, il luogo che ognuno di noi vuole attribuirgli.
Tre poesie, tre sogni, tre vicende ricche di speranze a simboleggiare la metafora della vita.
Uno stimolo per continuare (o ricominciare) a credere nei sogni.


"La tua opera, Johannes... prima di scriverla dovresti viverla.'
"E vero," disse Johannes. "Non ci avevo mai pensato. Non avevo nemmeno pensato che vivere potesse essere utile."
"Eppure io so come rendere interessante la tua vita."
"Ah sì? E come?"
"Andando a cercare la parte di sogno che ti spetta di diritto."
"E dov'è, questa parte di sogno?"
"Un po' dovunque nel mondo. Ma soprattutto dentro di te!"
In una Venezia settecentesca, silenziosa ma al tempo stesso satura di voci, di echi che sorgono dalle profondità della coscienza e dei desideri che vi si annidano come incancellabili fantasmi, questo nuovo, piccolo grande romanzo di Maxence Fermine si presenta come un inno alla voce della Donna, quella voce che può incantare e bruciare la vita di un uomo e fargli capire, nel momento del rischio estremo, che amore, femminilità e musica sono una sola cosa, che ha nome Assoluto.

"Egli cerca in ogni cosa l'oro della vita, ossia la bellezza, la magia, il colore caldo del sole, ed è incantato dalle api che possono morire d'amore per un fiore."
Una grande favola e un grande romanzo di formazione che esalta i valori della semplicità e della purezza, come in un apologo degli antichi maestri di vita.


" e si amarono l'un l'altro sospesi su un filo di neve"
Questo è un libro che con la delicatezza di una metafora tutta bianca ci vuole spiegare che il coraggio è linfa vitale per i sogni, e che i sogni lo sono della vita. E che bisogna volteggiare e planare e volare, in qualche modo, per esser vivi davvero. Anche a costo di stancarsi. Anche a costo di cadere.Ed indipendentemente dalla metafora che ne è il cuore, la storia che questo libro racconta è una storia semplice e bellissima.
(recensione di Serena Maiorana)

Lawrence Beck

(Cascadilla III,NY 2005)
Photographer.
Born: 1962, New York, NY.
Lives and works in New York.

Lee Miller


"Lee Miller (1907-1977) collaboratrice e poi compagna di Man Ray, fotografa per Vogue, tra le prime fotogiornaliste del secolo, nonché icona di glamour.
Con il proprio obiettivo ha messo in luce gli episodi più cupi e socialmente dolorosi della storia del Novecento e ha ritratto molti dei più grandi artisti e geni creativi dell'epoca.
In oltre quarant'anni di carriera, Lee Miller non perse mai la propria prospettiva surrealista, guardando istintivamente al mondo con gli occhi di un pittore.
Con il suo gusto per gli accostamenti spesso sconvenienti di realtà solo apparentemente lontane e inconciliabili, la Miller ha scardinato un comune senso del vedere generando "spostamenti di senso", déplacements, in un'inattesa visione che, contraddicendo molte certezze, ne amplifica i possibili significati."

mercoledì 26 settembre 2007

Frattali




Un frattale è un oggetto geometrico che può essere diviso in parti, ognuna delle quali è simile all'oggetto originale. I frattali sono considerati come aventi dettaglio infinito, e sono in genere auto-simili ed indipendenti dalla scala. Il termine frattale venne coniato nel 1975 da Benoît Mandelbrot, e deriva dal latino fractus (rotto, spezzato), così come il termine "frazione"; infatti le immagini frattali sono considerate dalla matematica oggetti di dimensione frazionaria.

lunedì 24 settembre 2007

Sirio Bellucci

Ci sono dei tubi arrugginiti. C’è un ragazzo che aspetta che “qualcosa di brutto passi via veloce”.
Un’attesa. E nell’attesa questo ragazzo comincia a grattare sui tubi, disegnando figurette femminili. Cos’è, un film? Magari lo fosse, magari lo fosse stato. C’era la guerra al momento di quei graffiti dell’attesa. Seconda guerra mondiale.
“Ho iniziato così, in questo modo, a scoprire il piacere del disegno”, racconta Sirio Bellocci.

Dai graffi sui tubi ai graffi su tele c’è la distanza di parecchi anni, ma il filo dell’arte lega tutto.

Sirio Bellucci.
Artista fabrianese, lungamente attivo a Roma.
La sua arte è nota per l'intensa espressività poetica.


venerdì 21 settembre 2007

Through its eyes


E' venerdì, sono le 17,33 e io sono stanca stanca stanca.
La voglia sotto le scarpe, la testa un pallone aerostatico e i pensieri completamente da un' altra parte.
Quasi quasi mi viene voglia di andare a casa.
Quasi quasi mi viene voglia di mettermi sotto le coperte e staccare il cervello.
Quasi quasi vorrei essere un gatto.
Non pensa a niente, il gatto.
Mangia e dorme, il gatto.
L'unico problema che ha è stare attento a non finire sotto una macchina...Se poi ha pure una casa, il problema non sussiste.
Il gatto non si sofferma a ragionare sulle cose, il gatto osserva.
Osserva il mondo, la vita che lo circonda e che lo coinvolge solo passivamente.
E' indifferente chi lo accarezza: basta che ci sia una mano a scompigliargli il pelo.
Ecco, io vorrei essere un gatto solo per lasciarmi coccolare ogni volta che faccio capolino dalla finestra; fare le fusa, strusciarmi un pò e poi riprendere il mio viaggio senza pensare troppo a chi ho appena lasciato.
Senza dover dipendere fisicamente, emotivamente e mentalmente da chi resta.

martedì 18 settembre 2007

Bacio all'Hotel de Ville


Spesse volte pensiamo di poter controllare l’Amore.
E, in quel momento, ci sorprendiamo a porci una domanda del tutto inutile: "ne vale davvero la pena?"

L’Amore non rispetta questa domanda. L’Amore non si lascia valutare come una merce.
Uno dei personaggi dell’opera "La buonanima di Setzuan", di Bertold Brecht, ci parla del vero dono di se stessi:
"Voglio stare insieme alla persona che Amo.
Non voglio sapere quanto questo mi costerà.
Non voglio sapere quanto questo sarà un bene o un male per la mia vita.
Non voglio sapere se questa persona mi Ama o no.
Tutto ciò di cui ho bisogno, tutto ciò che voglio, è stare accanto alla persona che Amo."
(P. Coelho)

venerdì 14 settembre 2007


Il cielo d'Irlanda si sfama di muschio e di lana,
si spulcia i capelli alla luna.
Il cielo d'Irlanda e' un gregge che pascola in cielo
si ubriaca di stelle di notte e il mattino e' leggero.
Il cielo d'Irlanda e' un enorme cappello di pioggia,

e' un bambino che dorme sulla spiaggia.
Il cielo d'Irlanda a volte fa il mondo in bianco e nero
ma dopo un momento i colori li fa brillare piu' del vero.
Il cielo d'Irlanda e' una donna che cambia spesso d'umore,

e' una gonna che gira nel sole.
Il cielo d'Irlanda e' Dio che suona la fisarmonica,
si apre e si chiude con il ritmo della musica.
(Fiorella Mannoia, Il cielo d'Irlanda)

mercoledì 12 settembre 2007

Hey, that's no way to say goodbye


Dormi.
Dimentica i giorni, i mesi, le stagioni.
Dimentica gli anni, dimentica il tempo.
Sogna.
Inventa colori, emozioni, sguardi distratti.
Inventa nuove vite, inventa mondi di fiaba.
Non aprire gli occhi sulla realtà.
Lascialo fuori, quest'angolo di inferno balordo.
Non permetterò che turbi la pace del tuo sonno arreso.
Resta nel tuo rifugio onirico.
Il male non oserà infrangere lo scudo delle tue palpebre chiuse.
Nessun dolore disturberà la quiete di una fata bambina.
Tieni stretta la tua visione immaginifica.
Abbracciami, nei tuoi sogni dolci e lontani.
E non avremo mai bisogno di dirci addio.
(Drabble di Valentina Busco Mei)