Se ne stava lì, perso tra gli altri. Si mescolava e si confondeva, ma nonostante questo, ogni tanto si staccava da quella marea di pezzetti e si faceva notare. Magari stava cercando di dirmi qualcosa... All'inizio non capivo perchè facesse così...mi chiedevo "perchè pezzino ti smuovi tanto?? hai gli stessi angoli e smussi degli altri...". Però qualcosa mi diceva che forse era diverso.
Forse aveva angoli e smussi giusti.
Forse aveva angoli e smussi giusti.
L'ho raccolto e l'ho messo in tasca. Una volta tornata al mio puzzle, ho preso quel pezzetto e l'ho unito agli altri. Non ho dovuto forzare. Non ho dovuto tagliare, rifilare o limare.
Si attaccava preciso preciso agli altri.
Si attaccava preciso preciso agli altri.
Ma la cosa sconvolgente è stato realizzare che, in un modo o nell'altro, il pezzetto combaciava e si incastrava perfettamente anche con i puzzle delle persone che amo.
Allora ho capito. Ho capito che se smetti di cercare rimani con un vuoto. Se ti accontenti, resta quel buchino che non sai come riempire. Ci metti dentro ovatta, caramelle, calzini...quello che vuoi! Ma comunque il buco resta.
Se invece ascolti quello che hai intorno e non hai paura di aprirti, allora arriva il pezzino giusto a riempire il tuo vuoto.
Tutto si incastra. Tutto combacia.
Tutto si incastra. Tutto combacia.
E anche la cosa più scema e semplice, ai tuoi occhi diventa perfetta.
Nessun commento:
Posta un commento