C'è un'immagine che mi perseguita da quando mi è giunta la notizia: una giornata di febbraio (sicuramente sarà gelida), io e Lorenzo che entriamo in ospedale e troviamo te, lungo la corsia con in braccio un batuffolo di coperte. Ti veniamo vicino e tu, con occchi lucidi, ci presenti tuo figlio. E' il pensiero fisso degli ultimi tre giorni, perchè è stato un colpo per me che non c'entro niente, figuriamoci per te! Non riesco a fare altro che ripetermi "Andrea sarà papà". Ti immagini quando ti incontrerò per strada e tu, tutto felice mi dirai "E' maschio!!"?! Magari sarà femmina...ma non so per quale assurdo motivo, la mia mente è convinta che avrai un bambino. Non vedrò l'ora di venirti a trovare a casa e portarti il primo regalino. Sembrano tutte cose irrilevanti in confronto a ciò che realmente rappresenta questa situazione...ma da amica, mi sono promessa che cercherò di farti vivere questa nuova vita nel miglior modo possibile. Cercherò di non farti sentire ulteriormente in colpa, cercherò di non guardarti come se fossi un perfetto imbecille perchè già so che lo pensi ogni volta che ti guardi allo speccchio. Sabato avrei voluti dirti di stare tranquillo, che sarebbe andato tutto bene. Non per circostanza, ma perchè ci credo. Perchè non siete i primi. Perchè so che sarai il miglior padre che un bambino possa avere. Perchè non sarai mai solo. Perchè noi, in un modo o nell'altro saremo lì con te ad infonderti coraggio.
Ci sono alcune situazioni che in un modo o nell'altro, è come se mi viziassero. Mi sono abituata a fiumi di parole e quando capita che non si riempono, sento pesantemente la loro assenza. Mi sono affezionata a gesti, atteggiamenti ed espressioni e mi scoccia terribilmente saperli a due passi e non poterne godere come vorrei. Mi lascia l'amaro in bocca. E' strano da spiegare, ma è come se questo piccolissimo microcosmo sia diventato per me quasi indispensabile per ristabilire l'equilibrio nella mia attuale esistenza. Se passa troppo tempo, comincio a sentirne l'esigenza e l'urgenza. Il profumo di un abbraccio: ecco cosa resta dell'ultimo incontro.
Se fossi un animale sarei una farfalla: discreta e silenziosa ma che riesce comunque a far sentire la sua presenza. Se fossi un elemento sarei la terra, calma e razionale. Se ne dovessi scegliere un altro, sarei l’acqua, per la sua capacità di adattamento e per il suo continuo fluire. Se fossi un colore probabilmente sarei il bianco: non invade, ma comunque abbaglia, illumina.
Se fossi un personaggio di un film vorrei essere Amelie: non solo perchè vive nel suo "favoloso mondo" ma perchè sa essere totalmente disarmante.
Se fossi una città sarei Parigi: eternamente romantica.